Sulla sfida Lazio-Porto

Ogni volta che penso alla doppia semifinale con il Porto in coppa Uefa, mi viene il rammarico per una grande occasione persa. Mi è capitato di parlarne anche con Roberto Mancini e lui ancora se la prende con noi, perché continua a dirmi che eravamo più forti. Eravamo ad un passo dalla finale che avremmo meritato di raggiungere, per quanto fatto nel corso di quella stagione. Abbiamo perso 4-1 contro una grande squadra, ma c’è un aspetto che non riesco a digerire ovvero che siamo arrivati a quella partita leggermente impreparati. Vent’anni fa non c’erano tutte le conoscenze di oggi. Conoscevamo il Porto ma non ancora benissimo. Oggi hai tutto: report, video, relazioni, siti internet che ti fanno sapere tutte le caratteristiche di ogni calciatore avversario. Nel 2003 le cose non andavano allo stesso modo e sapevamo qualcosa del porto, ma certi aspetti erano ancora sconosciuti. 

Come il Porto ha sorpreso la Lazio del 2003

La loro organizzazione, l’intensità che mettevano su ogni pallone. Mourinho ancora non si conosceva bene: c’era qualcuno che parlava di questo allenatore portoghese, come di un fenomeno, ma era ancora all’inizio della sua carriera. Quando abbiamo visto il porto scendere in campo e giocare a memoria, sembrava di avere davanti una squadra che giocava insieme da vent’anni. Io resto convinto che la nostra Lazio fosse forte, anzi fortissima, ma alla fine la storia ci ha spiegato chi fosse quel Porto. Mourinho aveva creato un ambiente effervescente: lo stadio era una bolgia, il tifo fortissimo, tutti in campo correvano e ci hanno massacrato. 

Sul vantaggio della Lazio dopo sei minuti 

Noi eravamo forti ed eravamo una squadra organizzata, moderna che giocava un bel calcio, loro si sono dimostrati più forti. Quel vantaggio, purtroppo, è durato poco. Hanno iniziato a spingere e hanno cambiato il risultato. Quel Porto ha vinto lo scudetto, la coppa Uefa e poi l’anno dopo anche la Champions League. Possiamo dire che il rammarico per noi c’è stato, ma abbiamo comunque perso contro una grande squadra.

La partita di ritorno 

Partivamo dal 4-1 della gara d’andata. Sapevamo che sarebbe stato difficilissimo. Con il tempo poi si è capita l’organizzazione difensiva che Mourinho sapeva dare le sue squadre. Segnare alle squadre allenate dal portoghese non è mai facile. Pensare di farne tre e non subirne era oggettivamente complicato, ma ci abbiamo provato.

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