La squadra ha fatto un ottimo lavoro anche sul piano difensivo. Penso che, sotto il profilo dei risultati, ci manchino ancora alcuni punti, ma la partita contro la Fiorentina è stata fondamentale. Preferisco perdere con una buona prestazione piuttosto che vincere giocando male, e abbiamo analizzato quella partita a fondo. Abbiamo vinto contro una squadra fisicamente forte, e li avevo preparati sapendo che ci avrebbero costretto a giocare una partita diversa dal nostro solito stile. Nel secondo tempo ho detto ai ragazzi: "Torneremo a giocare diversamente."

Quanto alla competitività della rosa, lo è nella misura in cui la squadra gioca come un collettivo. Abbiamo subito delle partenze importanti e perso giocatori che avevano dato molto. Abbiamo giovani che inevitabilmente commetteranno degli errori, e noi saremo lì per sostenerli. Devono affrontare il campo con serenità, adattandosi a un ambiente di grande rilevanza. Dobbiamo dar loro tempo e farli giocare, perché è solo così che possono crescere. È necessario che tutti lavorino insieme, sacrificandosi l’uno per l’altro, soprattutto quando non abbiamo il possesso palla.

Che messaggio manda la Lazio al campionato? Non amo fare previsioni, preferisco concentrarmi sul lavoro. Ho l’età per agire con una certa spensieratezza, e questo spirito lo trasmetto alla squadra. Mi piace l’idea di giocare con coraggio. La gente vuole vedere spettacolo e partite intense, e credo che questo approccio si adatti bene al gruppo che ho a disposizione.

Mi sento un anti-eroe? Prima di me c’era un grande allenatore come Sarri. Noi, invece, ci facevamo strada nei campionati minori. Il suo percorso è stato notevole, quindi è normale che abbia avuto qualche dubbio. L’importante è che io riesca a lavorare bene con la squadra, sapendo che è una grande responsabilità. Più responsabilità e pressione hai, più vuol dire che stai facendo bene il tuo lavoro.

Ci concentriamo soprattutto sulla fase di possesso, perché la squadra deve saper comandare il gioco e imporlo all’avversario. Oggi ho detto ai ragazzi che la chiave della partita stava proprio nei momenti in cui non avevamo il pallone. Hanno dimostrato personalità, e il fatto che l'avversario sia arrivato al tiro solo dopo tanto tempo è merito della Lazio, non solo demerito del Torino.

Non mi focalizzo mai solo su 16 giocatori; spesso sono quelli che giocano meno a contribuire ai risultati più importanti. Se li trascuri, rischi di perdere risorse preziose. Lavoro con tutti perché non possiamo permetterci di fare a meno di nessuno. La squadra mi ha dato risposte importanti: sono stato coerente con loro, e loro mi hanno ripagato con grandi prestazioni.

La squadra sa che voglio che si giochi come un collettivo. Abbiamo perso giocatori importanti a livello individuale, e ora tocca a me trovare il giusto equilibrio per la squadra. Questa è la squadra qualitativamente più forte che abbia mai allenato, e sto cercando di darle un'identità solida. Non dobbiamo mai perdere la nostra identità: tutto parte dalla prestazione e dall'unità del gruppo.

Per quanto riguarda il Torino, abbiamo lavorato sulle loro qualità, cercando di neutralizzare alcuni dei loro movimenti. Siamo entrati in campo imponendo subito il nostro gioco, perché sapevamo che se li avessimo lasciati avvicinare troppo all’area ci avrebbero messo in difficoltà. Tenerli alti non è stato facile, soprattutto con il caldo e dopo giorni di viaggi continui, ma i ragazzi non si sono mai tirati indietro.

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