Ci concentriamo soprattutto sulla fase di possesso, perché la squadra deve saper comandare il gioco e imporlo all’avversario. Oggi ho detto ai ragazzi che la chiave della partita stava proprio nei momenti in cui non avevamo il pallone. Hanno dimostrato personalità, e il fatto che l'avversario sia arrivato al tiro solo dopo tanto tempo è merito della Lazio, non solo demerito del Torino.

Non mi focalizzo mai solo su 16 giocatori; spesso sono quelli che giocano meno a contribuire ai risultati più importanti. Se li trascuri, rischi di perdere risorse preziose. Lavoro con tutti perché non possiamo permetterci di fare a meno di nessuno. La squadra mi ha dato risposte importanti: sono stato coerente con loro, e loro mi hanno ripagato con grandi prestazioni.

La squadra sa che voglio che si giochi come un collettivo. Abbiamo perso giocatori importanti a livello individuale, e ora tocca a me trovare il giusto equilibrio per la squadra. Questa è la squadra qualitativamente più forte che abbia mai allenato, e sto cercando di darle un'identità solida. Non dobbiamo mai perdere la nostra identità: tutto parte dalla prestazione e dall'unità del gruppo.

Per quanto riguarda il Torino, abbiamo lavorato sulle loro qualità, cercando di neutralizzare alcuni dei loro movimenti. Siamo entrati in campo imponendo subito il nostro gioco, perché sapevamo che se li avessimo lasciati avvicinare troppo all’area ci avrebbero messo in difficoltà. Tenerli alti non è stato facile, soprattutto con il caldo e dopo giorni di viaggi continui, ma i ragazzi non si sono mai tirati indietro.

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