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Fraioli

Lucas Castroman è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per ricordare il suo passato nella Lazio, in cui ha militato dal 2001 al 2003. Quel ragazzo argentino, arrivato a Roma dal Vélez Sarsfield, diventerà già dal suo primo anno in biancoceleste un vero e proprio “re” per tutti i tifosi laziali: Castroman ha siglato il goal del pareggio definitivo del 2-2 nel derby capitolino del 29 aprile 2001, a pochi minuti dal triplice fischio. 

Oggi quel ragazzo si occupa della santeria di famiglia a Luján, è fuori dal mondo del calcio da diversi anni e vende santini e statue di madonne della Vergine di Luján, la santa patrona del suo Paese d'origine. Di seguito l'intervista di Lucas Castroman alla Gazzetta dello Sport.

L'intervista a Lucas Castroman

Per diversi anni mi sono disintossicato dal calcio italiano e ho seguito solo l'Argentina, ma ora ho un po' ricominciato. Sono molto felice per il percorso che sta facendo la Lazio, sta andando benissimo. Quando arrivai alla Lazio, il giorno prima del mio arrivo andò via Sven Goran Eriksson, ma fortunatamente incontrai Dino Zoff, una persona straordinaria. Per i primi mesi sono stato ospitato a casa di Simeone, ricordo Giovanni che era un uragano con il pallone, rompeva ogni cosa. 

Sul derby che lo ha reso immortale

Se chiudo gli occhi riesco a vedere tutta la scena: il destro da fuori area, l'esultanza del popolo laziale, l'abbraccio sotto la curva, il tabellone con scritto 2-2. Il coro dedicato a me sulle note di Macho Man dei Village People. Era il 29 aprile 2001, ricordo i festeggiamenti a fine partita. Ho i brividi. A Roma non riuscivo a camminare tranquillo, i tifosi mi hanno fatto sentire come un Re. 

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