Delio Rossi
Delio Rossi

Mister, La Lazio è in calo e l'assenza di Castellanos pare un grosso problema. Lei con chi lo sostituirebbe ?

Il sostituto più vicino a Castellanos sembrerebbe Dia ma in questo momento vedo in difficoltà anche lui e credo che il problema non si fermi all'assenza di Castellanos, per quanto è un giocatore importante in questa squadra. La Lazio precedentemente ha performato e chiunque scendeva in campo giocava quasi al di sopra delle proprie possibilità ed ora invece tutti sono fortemente sottotono, di conseguenza la verità su questa squadra sta nel mezzo. Il calo è evidente, riguarda tanti giocatori specialmente dal punto di vista fisico anche perchè la Lazio ha un tipo di gioco che richiede una condizione fisica al top, che ti permette di andare a pressare alto, mantenere la giusta distanza tra i reparti e questi sono dettagli che vanno al di fuori della mancanza di un singolo giocatore. Lo stesso sta accadendo per Nuno Tavares che non è quello di inizio campionato, se ti calano certi calciatori importanti la differenza poi la senti. 

Guardando al suo passato, come fu il suo arrivo improvviso alla Lazio?

Il mio arrivo alla Lazio fu appunto improvviso ed inaspettato anche per me, assurdo anche in un certo senso. Partirei dal fatto che non so nemmeno come sono arrivato alla Lazio, sono stato direttamente contattato dal presidente ed appena arrivato per incontrare Lotito, ricordo fu una sera estiva, ho conosciuto il direttore sportivo della Lazio che era Walter Sabatini e la prima che mi disse fu: ‘tu sei qui per il Presidente fosse per me non ti avrei mai preso’  rimasi ovviamente spiazzato e pensai: ‘grazie bene, questo il benvenuto’ . Quella prima sera io e Walter Sabatini litigammo ma da quel giorno poi nacque un connubio incredibile tra di noi tanto è vero che mi portò poi lui sulla panchina del Palermo. Quindi l'unico a scegliermi come allenatore della Lazio fu Lotito, forse perchè ero uno di quelli che guadagnava di meno ( ride ndr ) o almeno una concausa per esser scelto.

La Lazio senza Champions dovrà cedere almeno un big. Chi terrebbe a tutti i costi e chi può essere sacrificato? 

Questa una notizia mi stupisce visto che ai nastri di partenza la Lazio non doveva certo lottare per arrivare in Champions League. Sappiamo la contestazione di inizio anno, sappiamo i big andati via come Immobile, Luis Alberto, Milinkovic Savic, quindi l'obiettivo non credo fosse il quarto posto con la Champions, sarebbe un miracolo se arrivasse un traguardo simile. Prima dell'inizio del campionato figurine alla mano ci sono squadre più forti della Lazio quindi se fa il suo ed arriva tra il quinto e l'ottavo posto, è giusto e coerente come risultato, il suo range mi pare questo. Poi se la situazione sarà o Champions o cedere un big, di mio sceglierei Nuno Tavares. Ne faccio un ragionamento da allenatore, per me il presupposto è che una squadra forte deve avere un asse centrale forte, più facile trovare terzini o esterni piuttosto che il cuore della squadra, la famosa spina dorsale. Per me le fondamenta degli 11 sono un bel portiere, un centrale dominante, un centromediano metodista e un centravanti, per me le eccellenze e le priorità devono essere in questi ruoli. Ricordo la Lazio che andava a mille quando aveva una bella porta, Acerbi più giovane, Lucas Leiva straordinario e Immobile che era fantastico senza dimenticare poi Luis Alberto e Milinkovic, ecco quella era una squadra che sulla carta potevi chiedergli di lottare per la Champions, infatti l'ha raggiunta, questa attuale no.

Il periodo negativo della Lazio sta mettendo in discussione anche il futuro di Baroni. Lei cosa ne pensa?

Nel calcio non esistono traguardi volanti ovvero o arrivi o non arrivi centrando o no un obiettivo. Se ci si basa su quello fatto nel girone di andata del campionato e in Europa League è sicuramente esaltante ed ora la situazione è quella che è. Purtroppo nel calcio e negli occhi della gente resta solo l'ultimo periodo e non quello che si è fatto prima. Faccio un esempio concreto su una squadra che si deve salvare e che necessita dei famosi 40 punti per farlo: se un allenatore fa 10 punti nel girone di andata e 30 in quello di ritorno, l'allenatore è considerato un fenomeno che può allenare anche una big se accade l'opposto, 30 punti nel girone di andata e 10 in quello di ritorno, probabilmente viene esonerato nonostante il risultato finale sia identico. Tornando a Baroni quindi se dovesse centrare la semifinale di Europa League e la qualificazione alla stessa competizione tramite il campionato, sarebbe un operato incredibile il suo.

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