Riguardo il futuro di Pedro

Tenga presente che Pedro, ho scelto io in accordo con l'allenatore, di inserirlo nella lista UEFA a discapito di altri giocatori più giovani perché le ritenevamo che fosse un valore aggiunto dal punto di vista della capacità di unire le risorse all'interno dello spogliato. Se farà una grande stagione e se vorrà rimanere, questo sarà oggetto, a fine campionato, di valutazioni congiunte. Con molta serenità e rispetto reciproco da parte degli interessati, ossia da parte della società e Pedro.

Cosa manca al campionato italiano per tornare competitivo e sostenibile finanziariamente?

Mancano quattro cose. Per prima cosa manca una riforma radicale e sostanziale di quello che è la figura del calciatore. Oggi abbiamo ancora una normativa dell'81, che una norma ormai obsoleta e superata, che andava bene quando c'erano le associazioni di sportive e che non va bene oggi con società quotate, a fine lucro, che hanno necessità di un certo tipo. Non è pensabile che un giocatore che percepisce 5.000.000 al mese possa essere inquadrato come un dipendente perché oggi calciatori sono dipendenti che hanno i diritti del dipendente e i doveri del libero professionista. Va ripensata tutta la norma. Oggi i calciatori rappresentano proprio una società nella società, hanno un grande potere mediatico e con l'avvento dei follower, è diventato un grosso centro commerciale. Bisogna ripensare un sistema che contempli le esigenze del calciatore che ha a disposizione un palcoscenico gli viene messo a disposizione dalla società per poter dimostrare tutto il proprio valore. Bisogna creare una norma che consenta economicamente di sgravare il costo indiretto. Un calciatore se si ammala viene trattato come un semplice dipendente, che l'INSP paga le giornate di un calciatore che prende 5.000.000? Va rivisto tutto questo sistema alla luce di queste nuove esigenze e un po' di buon senso. La prima cosa è fare delle leggi sugli stadi, che rappresentino questo palcoscenico che viene utilizzato quotidianamente, aperto h 24. Che serve anche per educare i giovani allo scoperta della cultura della legalità, al rispetto delle regole. Dobbiamo ricreare le condizioni che sono i valori fondanti del vivere civile che sono alla base del calcio e dello sport. Nell'antica Grecia le Olimpiadi rappresentavano il punto più alto, perché alla base c'era il rispetto dell'essere umano del valore e merito del proprio gruppo. Noi dobbiamo riportare questo. Il sistema calcio deve essere didascalico e moralizzatore perché coinvolge moltitudini di persone e ha un potere mediatico che non ha nessuna altra attività. Può essere un veicolo importante per cambiare e portare all'attenzione pubblica quelli che sono i problemi reali della vita quotidiana.

Le parole del presidente sullo stadio Flaminio, nella prossima pagina

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