Lotito apre le porte di Formello: "Vi racconto tutto di questi ultimi anni in casa Lazio"
Da Bielsa a Inzaghi passando per Sarri e Tudor fino a Baroni: il Presidente biancoceleste a 360º
Su Inzaghi e Bielsa
Il giro prosegue poi negli spogliatoi del settore giovanile, prima di una 'partita a carte':
"Questo è un modo che ho per divagarmi. Gioco a scopa. L'avversario più complicato? Sono tanti, nel mondo del calcio in molti sono bravi a giocare a carte perché ci giocano molto. Inzaghi? Giocava bene, ma era molto fortunato. Lui è una persona che ha fortuna, è fatto positivo. Napoleone diceva che è meglio un soldato fortunato che uno bravo. Quindi essere fortunati è un valore aggiunto. Giocare con Bielsa? Ho provato a giocare una partita, ma mi son reso conto che il gioco che proponeva, non sportivo, era un gioco che non si attanagliava alle mie esigenze in considerazione del fatto che bisogna essere stabili. Quando uno assume una posizione, questa va tenuta".
Su Sarri
"Noi avevamo un buon rapporto. Lui ha le sue idee da un punto di vista politico e comportamentale.Si era però creata tra noi un'alchimia per il rispetto della persona, basata sulla stima della persona. Lui in un'intervista disse una frase che mi ha gratificato e sorpreso dicendo che fossi una delle persone più intelligenti che conosceva. Finita una partita abbordabile all'Olimpico (Lazio-Udinese, ndr), la squadra non era andata bene e quando ha visto la prestazione, nella sua stanza mi ha detto che la squadra non aveva più l'orgoglio di combattere. Io gli dissi che li avrei mandati in ritiro, lui accettò e venimmo in ritiro a Formello. Qualcuno si è lamentato, forse perché non avevano più un anima, e mi accorsi che il ritiro servì solo per confessarsi tra loro e tirar fuori questa posizione di contrasto verso l'allenatore, soprattutto da parte delle persone più titolate, che mi hanno fatto capire che la persona non era più gradita, anche se non avevano il coraggio di dirlo. Sarri ha deciso di andare via sul presupposto che non era più in gradi di governare lo spogliatoio. Io gli ho riconosciuto lo stipendio fino alla fine del campionato, potevo non farlo, si era dimesso. Lo feci per un fatto di rispetto. Poi andammo su Tudor".
Su Tudor
"Tudor ha assunto una posizione di comando come allenatore e ha portato cambiamenti sostanziali, tanto è vero che la squadra ha avuto un sussulto d'orgoglio. Poi, però, alla fine del campionato mi disse che bisognava cambiare una serie di giocatori che creavano problemi. Allora ho deciso che bisognava fare dei cambiamenti sostanziali, sradicare chi era convinto che fosse il padrone della società, che in realtà ha un padrone solo, un proprietario solo, che deve lavorare per il bene della società".